Proudly debugging the system since 1981

Tag: debugging (Pagina 1 di 3)

Da Plex a Jellyfin

Plex tra un po’ ( 29 Aprile 2025 ) cambia alcuni prezzi.

Info qua

Quello che interessa a me e’ che fino ad oggi era possibile fare streaming dei propri media, siano essi foto, musica o video, anche fuori dalla rete locale, sulle app o via web senza pagare un abbonamento. Bastava aprire un paio di porte sul proprio router e il cloud di Plex faceva la magia. L’unico costo era per la sola app per smartphone e si trattava di un costo singolo per avere lo streaming dei media fuori dalla rete locale.

Ora invece per poter fare streaming fuori dalla propria rete bisogna pagare un abbonamento. E per ascoltare o vedere le MIE cose mi sembra un po’ un’assurdità.

L’alternativa che ho trovato, e parzialmente sperimentato e’Jellyfin. Che e’ completamente open source e non dovrebbe iniziare a monetizzare sui suoi utenti solo perché qualche stratega aziendale dice che e’ il modo giusto di fare.

Che poi va anche bene far pagare un servizio, ma nel caso di Plex si tratta di poco più un dynamic dns venduto a 2 dollari al mese.

Ritornando a JellyFin si installa facilmente su Raspberry PI ma per avere i propri media accessibili ovunque la faccenda e’ un po’ più complicata non avendo un cloud a supporto.

Prima cosa bisogna individuare un servizio di DNS dinamico, dando per scontato che la maggior parte degli utilizzatori domestici non ha un IP statico e che quindi ad ogni riavvio del router questo cambia.

FREEDNS.afraid.org ha una interfaccia orribile anni 90, ma funziona con un semplice script curl pianificabile nella crontab del Raspberry.

E questo punto esponendo le porte di Jellyfin sul router (8096 e 8920) siamo quasi a posto.

Rimane qualche raccomandazione, essendo esposti su internet settiamo una password bella complicata e NON utilizziamo la connessione in http per farla passare o qualcuno potrebbe intercettarla.

E qua iniziano i problemi un po’ piu’ complicati. Jellyfin espone un servizio https sulla 8920 ma non ha un certificato e non e’ integrato con LetsEncrypt per l’aggiornamento automatico.

La soluzione che ho adottato io e’ di generare un certificato selfsigned di durata molto lunga, di creare un sottodominio sul mio VPS, agganciare questo al rinnovo automatico di LetsEncrypt e di fare reverse proxy verso Jellyfin. In questo modo i client si trovano un certificato firmato e valido, mentre tra i due server (VPS e Jellyfin) la comunicazione e’ comunque protetta da crittografia e in internet non passano password in chiaro.

Per far digerire ad Apache2 un certificato selfsigned solo per il virtualhost dedicato a Jellyfin ho inserito le direttive:

SSLProxyVerify none
SSLProxyCheckPeerName off
SSLProxyCheckPeerCN off
SSLProxyCheckPeerExpire off

Il tutto fa un giro un po strano, mi consuma la banda del VPS (che pero’ tanto non pago a consumo), ha una difficoltà tecnica che non e’ proprio per tutti pero’ funziona.

Please Don’t Learn to Code Unless… – DZone Agile

“Focusing On Coding Inflates the Importance of Finding the “Right” Method to Solve a Problem Rather Than the Importance of Understanding the Problem. Before we start working on a solution to a coding problem we have to decide what the problem is–if we even have one to begin with. If we let ourselves become fixated on how to solve a problem via code–regardless of if it is a programming problem or not–and lose sight of why, we gain nothing.”

Che è più o meno:

Concentrarsi  sulla programmazione porta a concentrarsi sulla ricerca del modo “giusto” di risolvere un problema invece che concentrarsi l’importanza di capire il problema stesso.

Prima di iniziare a programmare dobbiamo capire il problema e se veramente esiste. Se ci fissiamo su come risolvere un problema con la programmazione, senza considerare se questo è un problema di programmazione o meno, e dimentichiamo il perché lo stiamo risolvendo, non guadagniamo nulla.

https://dzone.com/articles/please-dont-learn-to-code-unless

Nuovo superbollo

Era un post su faccialibro, ma forse vale la pena condividerlo al di fuori del social network. E’ la lamentazione di pochi, che verrà letta da ancora meno. Ma forse, prima o poi, si uscirà dal luogo comune che associa auto potenti a ricchezza e quindi a maggiore contribuzione. Credo che una indicizzazione di eventuali tasse sul valore reale, o sul consumo di carburante, sia decisamente più equa rispetto ai soli chilowatt.

Gli appassionati di auto non sono super-ricchi. Non abbiamo particolari colpe. Non siamo un costo sociale, come chi causa incidenti a catena perchè guida impasticcato. Non causiamo violenza, come i tifosi di altri sport. Inquiniamo meno di tanti altri perchè usiamo l’auto come strumento di divertimento e non per fare i pendolari. Abbiamo sempre pagato tutte le tasse, e come ricompensa ne riceviamo sempre di nuove, perchè sanno che pagheremo anche quelle.
Fino a quando? Fino all’estinzione della specie? Abbiate il coraggio di dirlo apertamente.

Gruppo su facebook

Per arricchire la statistica

Ho fatto il test del nytimes, dopo aver letto il post su Il Post.

Pare che la mia abilità di filtrare distrazioni sia buona. Nonostate il mio odio verso le distrazioni e il mio sentirmi particolarmente vulnerabile ad esse. Probabilmente c’è di peggio.

Quanto al multitasking soffro un pò di context switching ma tuttosommato i risultati non sono male. Anche se questo secondo test mi ha richiesto decisamente maggiore concentrazione. Forse perche io associo pari a vocale mentre nel test un solo pulsante descriveva sia vocale che dispari mentre l’altro stava per consonante e pari.

In definitiva comunque pare che io non sia un multitasker. Anche se IMHO le performance personali possono essere molto influenzate dalla condizione mentale del momento. Ovvero la mattina potrei essere ancora meno multitasker (o con più capacità di concentrazione…) di quanto sono alle 20:51 di sera.
E questo sembra voler dire che non ho riprogrammato il mio cervello per gestire più stimoli contemporaneamente (e di gerstirli tutti male IMHO), come qualcuno sospetta che stia avvenendo in una parte della popolazione sovraesposta alla rete e alla multimedialità. Nonostante la mia indiscutibile sovraesposizione alla rete.

Comunque se è vero che si allena il multitasking è vero anche che si allena la capacità di concentrazione, e che non sono due cose in contrapposizione. Esistono situazioni in cui è richiesta capacità di focalizzazione  e situazioni dove è premiante il multitasking, mentre in questi test il multitasking è trattato come il “prodotto di scarto” della condizione di non avere capacità di concentrazione. Che con tutto il rispetto per i ricercatori di Stanford, mi pare una semplificazione non trascurabile.

Petrolio a Milano

La notizia è drammatica, una considerevole quantita di gasolio è stata riversata nel Lambro. Ma quello che mi ha stupito è il solito pressapochismo giornalistico italiano. Quanto petrolio/gasolio (ancora non si è capito) è finito in questo sfortunato fiume:

  • 15 mila litri ( 15 metri cubi ) segnalti qua
  • 600 mila litri ( 600 metri cubi )  segnalati qua , qua , qua
  • 1 milione di litri ( 1000 metri cubi ) segnalati qua
  • 2,5 milioni di litri ( 2500 metri cubi ) segnalati qua
  • 15 milioni di litri  ( 15 mila metri cubi ) segnalati qua
  • 10 milioni di litri ( 10 mila metri cubi ) segnalati qua , qua

Senza nessuna pretesa di completezza … ma quando dalla cifra più bassa quella più alta passano 3 ( dicasi TRE ) ordini di grandezza mi sà che c’è qualcosa che non và.  Nella professionalità di chi dà le notizie.

P.S. : La cifra ultima citata dalla maggior parte degli articolisti è quella dei 10 mila metri cubi, o poco più di 60 mila barili. Un quarto della famigerata Exxon Valdez. “Diluita” in un fiumiciattolo, invece che nel mare.

UPDATE 15 Aprile 2010 :

I litri sono diventati 2600 qui,  portando la differenza tra la quantita minima e la quantita massima a ben 4 ordini di grandezza, comunque interessanti le ipotesi sul perchè ci fosse (in una quantita grande a piacere) dei derivati del petrolio in quella raffineria. Qualcuno vuole ancora difendere il giornalismo ?

Potere geek !

“The Unified Geek Theory: At present, the President of the United States, the wealthiest person in the United States, and the most trusted newscaster in the United States are all geeks. At the same time, movies based on comic book characters are routinely taking in hundreds of millions of dollars. The only reasonable conclusion is: We’ve won!”

Wired

YEAH!

Ma … un attimo … il primo ministro italiano non è geek, ne il presidente della repubblica, ne il leader dell’opposizione, ne nessun giornalista che mi ricordi. Anzi faccio fatica a pensare ad un personaggio italiano minimamente famoso che sia geek. Ecco forse Grillo è un pochettino geek, ma non credo lo sia nell’anima.

Ok. I geek hanno vinto in America. In Italia sono ancora vittime di bullismo. Ma vinceremo anche qui. E’ solo questione di tempo.

Sicurezza, Militari sui treni di tutta la Lombardia.

“I militari serviranno a scoraggiare i malintenzionati dal compiere atti di violenza o di intimidazione nei confronti dei passeggeri, delle donne in particolare e naturalmente anche del personale ferroviario viaggiante, episodi che purtroppo si verificano sulla rete nazionale e anche regionale. La presenza dei militari servirà inoltre ad evitare vandalismi e danneggiamenti che purtroppo avvengono sui nostri treni”.

http://www.blogmilano.it/blog/2009/10/17/sicurezza-militari-sui-treni-di-tutta-la-lombardia/

E dove li mettiamo che gia non ci stanno i pendolari ?

« Articoli meno recenti

© 2025 b0sh.net

Tema di Anders NorenSu ↑